Ansia sì o ansia no?

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Tutti noi siamo spesso assuefatti ad una comunicazione basata sulla generazione di uno stato d’ansia: scarsità del prodotto, scarsità di tempo, rischio di perdere l’occasione di guadagnare (o di spendere meno)…

… Vi stanno venendo in mente mille esempi vero?

Ebbene, questa è una modalità di marketing da sempre diffusa… ma siamo sicuri faccia bene?

L’importanza delle emozioni

Sempre più spesso dobbiamo immaginare di avere a che fare con persone in ansia.

Quando si è online le paure maggiori sono:

  • perdere occasioni/vantaggi
  • perdere la privacy
  • perdere denaro
  • incontrare problemi tecnici per cui qualcosa rischia di andare storto

Senza in questo momento voler approfondire eccessivamente, possiamo però dire come sarebbe bene relazionarci con le persone in uno stato di potenziale ansia.

Quindi è importante come scrivere in modo che il livello di ansia non aumenti ma, invece, cali.

ansia e comunicazione flows

Parlare in modo chiaro e semplice, per rassicurare

Quando ci si deve relazionare con qualcuno il modo migliore è parlare la stessa lingua.

Per questo spesso val la pena lasciare perdere i paroloni e il linguaggio tecnico in favore della scelta di parlare in modo comprensibile al nostro interlocutore.

Quindi l’importante è usare un linguaggio comprensibile usando termini di uso comune per il nostro interlocutore (ed eventualmente spiegare quando c’è un rischio di fraintendimento). Queste parole devono anche essere comprensibili e rassicuranti; i periodi semplici e brevi e bisogna dare informazioni che abbiano un senso logico.

Ma non solo: una delle ansie più frequenti deriva dalla paura di non aver capito bene o di compiere un azione (ad esempio, inviare i propri dati per richiedere informazioni) che comportino azioni “irrimediabili”.

Proprio per questo è importante che ogni passaggio sia chiaro e immediato.

Come pure è fondamentale che il percorso in cui vorremmo il nostro interlocutore si “incanalasse” sia per lui estremamente semplice e – ovviamente! – funzioni bene.

Ricordiamoci che per una persona in uno stato di ansia uno stato di ulteriore agitazione è l’imprevedibilità dell’azione che sta per compiere.
E quando si è in uno stato di ansia anche leggere diventa difficile e si finirà con il leggere poco e non analizzando in modo approfondito tutti gli elementi.

Quindi la parola d’ordine è e sarà sempre “SEMPLIFICARE”.

Alcune note

Nota Uno

“Eh, ma molte aziende usano l’ansia per vendere…”

Verissimo ma non è detto che sia una buona cosa.

In effetti molti venditori di prodotti  servizi online, o redattori di newsletter usano la generazione di ansia contro i potenziali “abbandoni” da parte di clienti o fruitori di siti e servizi.

Forse dovremmo far nostro l’esortazione che si trova in questo interessante articolo (in inglese):

“Se ami i tuoi utenti, lasciali liberi”

 

Nota Due

Sarò sempre grata per questo approccio “basato sulle emozioni” agli insegnamenti di Valentina Di Michele, madrina dello UX Writing in Italia e formatrice preziosa.

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