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Tutti noi siamo spesso assuefatti ad una comunicazione basata sulla generazione di uno stato d’ansia: scarsità del prodotto, scarsità di tempo, rischio di perdere l’occasione di guadagnare (o di spendere meno)…
… Vi stanno venendo in mente mille esempi vero?
Ebbene, questa è una modalità di marketing da sempre diffusa… ma siamo sicuri faccia bene?
Sempre più spesso dobbiamo immaginare di avere a che fare con persone in ansia.
Quando si è online le paure maggiori sono:
Senza in questo momento voler approfondire eccessivamente, possiamo però dire come sarebbe bene relazionarci con le persone in uno stato di potenziale ansia.
Quindi è importante come scrivere in modo che il livello di ansia non aumenti ma, invece, cali.
Quando ci si deve relazionare con qualcuno il modo migliore è parlare la stessa lingua.
Per questo spesso val la pena lasciare perdere i paroloni e il linguaggio tecnico in favore della scelta di parlare in modo comprensibile al nostro interlocutore.
Quindi l’importante è usare un linguaggio comprensibile usando termini di uso comune per il nostro interlocutore (ed eventualmente spiegare quando c’è un rischio di fraintendimento). Queste parole devono anche essere comprensibili e rassicuranti; i periodi semplici e brevi e bisogna dare informazioni che abbiano un senso logico.
Ma non solo: una delle ansie più frequenti deriva dalla paura di non aver capito bene o di compiere un azione (ad esempio, inviare i propri dati per richiedere informazioni) che comportino azioni “irrimediabili”.
Proprio per questo è importante che ogni passaggio sia chiaro e immediato.
Come pure è fondamentale che il percorso in cui vorremmo il nostro interlocutore si “incanalasse” sia per lui estremamente semplice e – ovviamente! – funzioni bene.
Ricordiamoci che per una persona in uno stato di ansia uno stato di ulteriore agitazione è l’imprevedibilità dell’azione che sta per compiere.
E quando si è in uno stato di ansia anche leggere diventa difficile e si finirà con il leggere poco e non analizzando in modo approfondito tutti gli elementi.
Nota Uno
“Eh, ma molte aziende usano l’ansia per vendere…”
Verissimo ma non è detto che sia una buona cosa.
In effetti molti venditori di prodotti servizi online, o redattori di newsletter usano la generazione di ansia contro i potenziali “abbandoni” da parte di clienti o fruitori di siti e servizi.
Forse dovremmo far nostro l’esortazione che si trova in questo interessante articolo (in inglese):
“Se ami i tuoi utenti, lasciali liberi”
Nota Due
Sarò sempre grata per questo approccio “basato sulle emozioni” agli insegnamenti di Valentina Di Michele, madrina dello UX Writing in Italia e formatrice preziosa.